18 gennaio 2009

DEDICA PER LA PACE (post del 4 aprile 2008) - GEMELLAGGIO CON LA PACE


Paul Klee, Angelus Novus , 1910

"C'è un quadro di Klee che s'intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l'infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo. Ciò che chiamiamo il progresso, è questa tempesta".
W. Benjamin, Angelus novus, Einaudi, 1962.

RENE' MARIA RILKE

"PENNA E SPADA. UN DIALOGO"

Nell’angolo di una stanza c’era una spada. La chiara superficie d’acciaio della sua lama, toccata dal raggio del sole, brillava in una luce rossastra. La spada so guardava intorno nella stanza, con orgoglio: vide che ogni cosa si compiaceva del suo splendore. Ogni Cosa? Ma no! Là sul tavolo c’era una penna, stava oziosamente appoggiata ad un calamaio e non era minimamente sfiorata dall’idea d’inchinarsi davanti all’imponenza sfavillante di quell’arma. Questo mandò in collera la spada ed essa cominciò quindi a parlare.
“E tu chi sei, cosa indegna, che non ti inchini come gli altri davanti al mio splendore e non lo ammiri? Guardati un po’ attorno! Tutti gli attrezzi si tengono rispettosamente nascosti nel buio profondo. Io, io sola sono stata eletta a favorita dal sole chiaro ed appagante; mi anima con la voluttà del suo bacio ardente ed io la ripago riverberandone la luce mille volte tanto. Solo ai principi potenti si addice incedere in vesti luminose. Il sole conosce la mia potenza, per questo mette sulle mie spalle la porpora regale dei suoi raggi”.
La penna accorta rispose sorridendo:
“Guarda un po’ come sei vanitosa e orgogliosa e come ti pavoneggi di una luminosità presa a prestito! Noi due, ricordatelo, siamo parenti molto strette. Siamo nate entrambe dalla terra previdente e forse, al nostro stato primitivo, ci siamo trovate entrambe l’una accanto all’altra nella stessa montagna, per millenni; finchè l’operosità degli uomini ha scoperto la vena di quel minerale utile di cui noi eravamo componenti. Entrambe siamo state estratte; entrambe eravamo ancora delle figlie informi della natura grezza e dovevamo essere trasformate, sopra il calore di una fucina fumante e sotto i colpi poderosi di un martello, in membri utili del viavai terreno. E così è stato. Tu sei diventata una spada, hai ricevuto una punta grande e solida; io, da penna, ne sono stata provvista di una sottile ed elegante. Per poter effettivamente agire dobbiamo prima intingere la nostra punta lucente. Tu nel sangue, io, semplicemente, nell’inchiostro”.
“Questo discorso, tenuto in modo così dotto, mi fa davvero ridere. – Intervenne la spada a questo punto – E’ proprio come se il topo, questo animaletto piccolo ed insignificante, volesse provare la sua stretta parentela con l’elefante. Parlerebbe proprio come te! Anch’esso infatti, come l’elefante, ha quattro zampe ed ha persino una proboscide di cui vantarsi. Così si potrebbe credere che siamo per lo meno cugini! Tu, cara penna, hai elencato in modo astuto e calcolato solo “ciò” in cui io ti “assomiglio”. Invece io ti voglio dire ciò che ci distingue. Io, una spada lucente e maestosa, cingo i fianchi di un cavaliere nobile e valoroso; un vecchio scribacchino mette invece te dietro la sua lunga orecchia d’asino. Il mio signore mi afferra con mano salda e mi porta tra le fila dei nemici; “io” la guido in mezzo. Il tuo magister invece, penna carissima, ti guida con mano tremante su della pergamena ingiallita. Io imperverso terribile tra i nemici, salto coraggiosa e temeraria ora di qua ora di là; tu raschi la tua pergamena con eterna monotonia e non ti azzardi a deviare minimamente da quella traiettoria che la mano chi ti guida ti mostra attentamente. Ed infine, infine, se la forza mi viene meno, se divento vecchia e debole, allora mi si onora come si addice agli eroi, mi si mette nella sala degli avi e mi si ammira. Cosa ne è invece di te? Se il tuo signore è insoddisfatto di te, se diventi vecchia e cominci a strisciare sul foglio con tratti spessi, egli ti afferra, ti strappa all’asticciola a cui ti appoggiavi e ti getta via, a meno che non sia clemente e ti venda per poche crazie ad un rigattiere assieme ad alcune tue sorelle”.
“Può anche essere che sotto qualche aspetto tu non abbia così torto. – rispose molto seria la penna – E’ vero che spesso vengo scarsamente considerata, così come è vero che vengo trattata molto male una volta che sono diventata inutile. Non per questo però è scarso il potere di cui dispongo finchè posso lavorare. Sta tutto ad una scommessa!”.
Tu vorresti proporre a “me” una scommessa?” rise la spada spavalda.“Ammesso che tu osi accettarla”.“E“se io la accetto - replicò la spada che ancora non riusciva a riaversi dal ridere – cosa vuoi scommettere?
”Ma la penna si drizzò ben bene, assunse un’aria severa ed ufficiale ed iniziò:“Vogliamo scommettere che se voglio sono in grado di impedirti di fare il tuo lavoro, di combattere?”.“Oh ooh, mi sembra davvero audace”.
“Ti va?”.“Accetto”.Bene, - disse la penna – vediamo”.
Erano passati pochi minuti da questa scommessa quando entrò un uomo giovane con indosso una ricca armatura, afferrò la spada e se ne cinse. Quindi contemplò con compiacimento la lama lucida. Da fuori risuonò uno squillo sonoro di tromba, un rullo di tamburi; si andava a combattere. L’uomo giovane stava per lasciare la stanza quando ne entrò un altro che, come si poteva desumere dai suoi ricchi ornamenti, doveva ricoprire un’alta carica. Il giovane si inchinò profondamente davanti a lui. Intanto il dignitario era andato al tavolo, aveva preso la penna e scritto qualcosa in fretta. “Il trattato di pace è già firmato” disse sorridendo. Il giovane posò di nuovo la spada nell’angolo ed entrambi lasciarono la stanza.Ma sul tavolo c’era la penna. Il raggio del sole giocava con lei ed il suo metallo umido brillava chiaro.“Non vai a combattere, mia cara spada?” chiese sorridendo.Ma la spada se ne stava silenziosa nell’angolo buio.
Credo che non si vantasse più.

(1893)

Daniel Barenboim: La mia musica per la pace

Tratto da “la Repubblica”, 10 dicembre 2008

Pace e diritti umani: Daniel Barenboim ci racconta della “West-Eastern Divan” - fondata nel 1999 insieme all’intellettuale palestinese Edward Said - che ogni estate invita giovani musicisti d’Israele e dei Paesi Arabi a lavorare insieme in orchestra: “Non riesco a immaginare un modo migliore per concretizzare il primo e più importante articolo della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, quello in virtù del quale tutti gli esseri umani nascono liberi, e hanno pari dignità e diritti, hanno il dono della ragione e della coscienza e dovrebbero agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”La Repubblica sovrana indipendente dell’Orchestra Ovest-Orientale del Divano, come mi piace denominarla, ha iniziato il suo imprevedibile esperimento nel 1999. Nel corso degli anni è cresciuta e si è ampliata. Diventando un esempio concreto di come la società mediorientale potrebbe funzionare in circostanze migliori. I nostri musicisti sono passati attraverso il faticoso e impegnativo processo di imparare a esprimersi e al contempo ascoltare ciò che esprimono i loro interlocutori. Non riesco a immaginare un modo migliore per concretizzare il primo e più importante articolo della Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni Unite, quello in virtù del quale tutti gli esseri umani nascono liberi, e hanno pari dignità e diritti, hanno il dono della ragione e della coscienza e dovrebbero agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.Purtroppo oggi in Medio Oriente non tutti gli esseri umani godono della stessa libertà né di dignità e diritti uguali. L’Orchestra Ovest-Orientale del Divano è un’organizzazione musicale, non politica, ma per le sei settimane circa della sua durata annuale è in grado di soddisfare per i membri che la compongono qualcosa di importante e fondamentale, l’eguaglianza. Si tratta di un’utopia realistica. Gli stessi due giovani che possono incontrarsi a un checkpoint nel ruolo della guardia di frontiera e del cittadino sotto occupazione siedono gli uni accanto agli altri in questa orchestra, suonano una medesima musica, ambiscono entrambi ed egualmente alla perfezione dell’espressione musicale e sono responsabili del risultato in modo eguale...

"Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della Pace".
Costituzione dell'UNESCO, 1947

8 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero, hai costruito un bellissimo post per la pace. Mi è piaciuto davvero tantissimo ( soprattutto il racconto della penna e della spada), spero sia speranza , ora che la tregua è stata accettata anche da Hamas, per un nuovo trattato di pace in Medioriente.Sono orgogliosa di essere tua concittadina.

pierperrone ha detto...

Grazie.
Spero che la pace sia davvero vicina, anche perchè in medioriente sta una delle grandi cause di instabilità del Mondo, il conflitto fra le religioni monoteiste. Poichè le religioni monoteiste affermano di essere depositarie della Verità Rivelata - rivelata nientemeno che dal Dio in "persona" - hanno ragione, se così si può dire, per definizione.
Il potere politico che sfrutta questo principio a proprio vantaggio ha tutte le ragioni, compresa la benedizione divina, per dichiarare le guerre che gli piacciono. Anche in Israele e nei Pesi Musulmani ci sono posizioni politiche moderate, accanto a quelle più oltranziste. Barenboim, per esempio, o i movimenti pacifisti Israeliani. In Palestina Fatah è moderata, oramai. Al contrario, ci sono posizioni oltranziste, politicamente oltranziste, intendo, che si appoggiano ad interpretazioni religiose ortodosse. In Israele, ti ricordi, arrivarono ad uccidere Isaac Rabin, premio Nobel per la pace. In campo avverso, mussulmano, Hamas è radicale. Oltranzista, o radicale, significa: non accettano lo strumento del dialogo, ma prediligono quello delle armi, per risolvere le controversie.

Lo stesso meccanismo perverso funziona in tutto il mondo.
E' la politica, ovviamente, che io condanno, in questi casi.
Ma il discorso, mi rendo conto, potrebbe essere anche all'opposto.

Comunque, lo sai, ritengo che la politica cattiva si possa vedere bene, anche con gli occhi di chi non è un professionista. Basta tenere accesa la fiamma del dubbio, della valutazione critica del mondo, delle cose, dei fatti, delle chiacchiere che spacciano per notizie. Se, quando, non ci convincono, quando sembrano troppo semplicistiche, troppo facilone, troppo accondiscendenti, allora diffidiamo.
In fondo, in politica (ed in economia) nessuno ci regala niente.

Paola Tassinari ha detto...

Quello che tu dici ,lo condivido in pieno,ma oltre alla cattiva politica io penso che ci sia una cattiva storia. Io parlo per la mia esperienza, affascinata dai "grandi," amante degli eroi,di Achille per primo,poi il Macedone, poi Cesare , Napoleone e su di lì, perchè la storia li presenta come affascinanti costruttori di imperi.La storia li presenta come una sorta di "grande fratello"gli altri non esistono sono una sorta di niente, i grandi hanno l' immortalità e ce l' hanno, guarda la beffa, attraverso la penna che scrive su di loro.Sai quante biografie ho letto su di loro, è solo da qualche anno che cerco libri con la storia dei popoli, delle persone comuni.Mi piacerebbe che il Comune di Ravenna , mettesse un busto dedicato al cittadino invece che quello di Boldrini, ma pensa che si sta preoccupando di eventuali disordini, perchè ci sono rimostranze ed io vorrei solo amore e pace almeno nei simboli, perchè sono consapevole che la vita ha ombre e luci, ma i simboli perchè non possono essere solo luce? Aspetto una tua risposta. Ciao.

pierperrone ha detto...

I simboli... i simboli. Possono, certo che possono brillare di luce. Come gli alberi sotto la galaverna.

E' l'uso che se ne fa, dei simboli, che devi criticare. Non so il partigiano Boldrini fosse buono o cattivo, non conosco la sua storia. Ma penso che la decisione di esporre il suo busto sia più una contrapposizione ai simboli fascisti che dilagano in questo periodo, in Italia e nel resto d'Europa. E nel mondo.
Sembra che il mondo aspetti, desideri, una nuova guerra.
Si sente questa attesa molto forte. Come negli anni trenta del secolo scorso.

Spero di sbagliare.
Perciò cerco simboli di speranza, di dialogo, di luce, come dici tu.

Per questo la contrapposizione è pericolosa.

Nella repubblicaindipendente, mia concittadina, abbiamo la speranza. E' nostra fedele compagna.
Fuori dalla repubblicaindipendente soffriamo nel vedere il desiderio di sangue.

Paola Tassinari ha detto...

Sai il partigiano Boldrini divide la città, perchè fu comandante della brigata Garibaldi, la quale si macchiò di delitti anche a guerra conclusa ( la strage di Codevigo, il triangolo della morte , ne avrai sentito parlare )E' un simbolo che divide .Osannato in vita come un eroe, alle feste dell' Unità gli festeggiavano i compleanni, da Roma arrivavano i politici a fargli gli onori, era un simbolo vivente.Ma tu mi hai insegnato a non amare gli eroi, il germe era già in me , ma oggi gli eroi non li sopporto più, come vedi quando cambio idea , lo faccio convinta.Tu mi devi dire chi è il personaggio che hai scelto per rappresentarti, è un simbolo o è la raffigurazione di qualche filosofo o scrittore famoso?

pierperrone ha detto...

Ho cercato su google un disegno, una caricatura che mi piaceva. Non mi ricordo neanche più che parole ho digitato. Forse cercavo Kafka-disegno. Ma non sono sicuro.
E l'ho trovato. Era lui. Anzi, ero io. Io mi vedo così. Un pò allucinato, un pò idealista, intento a buttare giù qualcosa, meditabndoci su, con la penna sollevata. Di sera. E' un'immagine che mi richiama di più Kafka, di cui ho leto tante cose. Anche lui si vedeva un pò così.
Ovviamente lui era un genio. Io no.
Lui passava le notti a comporre cose favolose. Io alle dieci e mezzo al massimo vado a dormire. Lui aveva la TBC, io no, per fortuna. Aveva un lavoro simile al mio, però. Non si è mai sposato. Io si. Non ha avuto figli. Io ne ho uno. Lui ha lasciato l'eredità del genio al mondo, io spero di lasciare qualcosa in eredità a mio figlio, se pure ci riuscirò.

Ma quel disegno mi piaceva.

Paola Tassinari ha detto...

Sicuramente a tuo figlio lascerai molto, io ti vedo come una persona equilibrata ,( ma vedrai perchè ti ho dedicato un' immagine , mi dirai poi se ti riconosci un po' )pensosa, sapiente ma non saccente,in grado di dare protezione, sicuro di sè ed ancora tanto idealista.A me poi piace molto come scrivi, anzi quando ti lasci un po' andare hai risultati eccellenti, io credo tu sappia benissimo che scrivi bene, sarai fra quelli che diventeranno noti in tarda età . Siccome hai abitudini salutari, quando andrai in pensione ed avrai tempo, scriverai, scriverai, scriverai per lungo tempo eeeeeeeeeeeeee vedrai che le case editrici abbasseranno un po' la testa perchè il web sarà loro concorrente. Io per esempio ho acquistato il mio primo libro da una casa editrice che lavora solo nel web. Mio figlio ne acquista molti tramite web, dice che a volte si trovano prima lì che nelle librerie. Ciao

pierperrone ha detto...

Cara Paola, un grazie di cuore.
Sto andando a vedere il mio ritratto ideale... a casa tua.

Un abbraccio