28 dicembre 2008

BIA

Bia. Bia. Bia.

Bia. Bia, la vita.

La vita, la vita. Corre. Verde. Intensa. Veloce.

E noi, spesso, distratti, non la vediamo nenanche passare.

Bia. Bia.

Viene lei, prima di Mnemosyne. Lei è la linfa. Il sangue. Il colore. Il sapore. Il gusto. Il piacere. La gioia. Il dolore. La sofferenza. La solitudine. L'amore. La compagnia. La solidarietà.

essre molti, pochi, o morire in solitudine. Bia, è lei che ci sorregge.

Quando lei se ne va via non coi rimane più nulla. Solo carne che vuole tornare argilla polverosa. Solo sangue che vuole imputridire ritornando sabbia. Aria che vola via, che si disperde come il vento tempestoso.

Bia.

Qualche volta, in genere quando non si vorrebbe, la si scorge accanto a noi. Dovremmo gioire, in quei momenti. E invece, di solito, in quei momenti abbiamo gli occhi pieni di lacrime ed il cuore oscuro. Lo sguardo vacuo. Il pensiero assente.

Eppure, in quei momemnti, Bia ci viene vicino. Ci stringe la mano.

Chi ha sentito battere l'ala della Morte battere vicino a lui, lo sa cosa voglio dire.

Nel buio della Morte, quando Thanatos domina intorno a noi, all'improvviso, si aprono degli squarci nelle tenebre che ci avvolgono. Anche se ci sembrano solo delle illusioni, delle immagini fatue, quei lampi ci danno calore, ci trasportano in un mondo che sentiamo più naturale.

La morte ci cattura, a volte, conquistando gli spazi intorno a noi. Ci ruba il fiato ed immobilizza il battito dei nopstri cuori.
Bia. Bia. Bia.

Bia, dobbiamo implorare.

Bia ci dà la forza. Bia è la forza. Bia è la vita.

E' senza alcun senso comprensibile il mio inno a BIA.

Inno alla vita.

Inno alla liberazione dalla morte.

Anche se è la morte che avrà l'ultima parola, essa non è che la fine fine delle cose, il ritorno al Nulla eterno.

Le Cose, sono.

Alle cose siamo attaccati.

Di cose siamo fatti.

Le cose, non sono il Nulla senza valore.

Nè il valore venale delle cose misura alcunchè.

Le Cose sono ciò che desideriamo.

Bia, per prima.

Più di ogni amore.

Sentiamo Bia nelle nostre vene, battere forte, come volesse fuggire via. E i nvece no, essa vuole soltanto farsi sentire, ad ogni battito, ogno volta che passa sotto la nostra finestra.

Solo che noi, spesso, sempre, siamo impegnati ad ascoltare quacos'altro. A correre appresso al sesso delle cose inutili. A premere il nostro seme per cose che non hanno valore.

Bia. Bia. Bia.

Bia.

Bia, madre degli dei.

Bia, madre della natura.

Bia, madre di ogni uomo.

Bia. Umore umido del corpo. Calore della vita. Brillante scintilla nel fondo dello sguardo. Soffio che appanna il gelo degli specchi.

Riflesso incontrollabile dello specchio.

Gelida paura.

Bollente ardore dei sentimenti.

Bia.

Mia creatura della mente, mio riflesso, mio desiderio, mia meta, mia madre.

P.S.

Che forma ha la vita?
E la morte?
Quale è il confine, che spessore ha?
Come posso calpestarlo, io, quel confine, io, che non sono nessuno?
Eppure quel confine è ben tangibile.
Immateriale, ma ben robusto
Bia.
Thanatos.
Lotta senza quartiere.

5 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pietro, quale tristezza, neanche klimt mi piace in questa tristezza, la morte è sempre con noi, vive con noi, ma non soffermarti troppo, non ci pensare, è inutile. Ora io sono qui che sto scrivendo al mio amico , poi posso scendere le scale di fretta , scivolare ( mi è già successo) rompermi l' osso del collo , e tu pensare che io non ho più voglia di stare nel Web, invece mi stanno facendo il funerale, oppure come il mio amico Romano che dopo 40 giorni di coma farmacologico, è stato fuori pericolo, festa con gli amici e poi....il mattino dopo se ne è andato.Un ' ora , un giorno, un anno, 100 anni , ci penseremo quando arriva. Io ti ho già detto che sento mia nonna in me, come pure ho certe inclinazioni che nella mia famiglia non esistono, e quindi verranno da qualcosa , un po' di Mnemosine resisterà, io ci credo, non esisterà più il mio corpo , ma le mie emozioni così sofferte o gioite non saranno disperse, fluttueranno nell' aria e si insinueranno nella pelle di qualcuno, che osserverà il mare coi miei stessi sentimenti, che sarà sciocca e bambina anche a 50 anni, a cui piaceranno più i libri che i gioielli , o i fiori di campo che quelli di giardino.Ma ora dimmi tu.......perchè sei così triste, dimmelo , come io ho fatto con te.Un bacio .

pierperrone ha detto...

Sono triste perchè sento l'ala della morte passare vicino.
E' un parente caro, non è ancora finita, ma sta dentro un ospedale, ffidata alle macchine. Ai medici. Aggrappata all'ultimo brandello di vita.
Ma Bia è la VITA.
E' quell'ultimo brandello. E' quella linfa che contagia la Terra. E' quel mistero che non si può spiegare ma solo vivere.
E' quel confine, su cui camminiamo, che in un attimo può svanire.
Cara Tea, su quel confine, su quella lama, su quel limite viviamo ogni giorno, senza volercene rendere conto. Ma quando la possiamo vedere, la nostra precaria esistenza, dovremmo urlare di felicità per ogni minuto che abbiamo strappato al nulla.
Nelle sale d'ospedale c'è più vita di quanta ne troviamo per strada o in una merda di metropoli, vuota ed abbagliata, fottuta come una falena contro la fiamma.

Ma questi pensieri tristi - tanto vicini in questi giorni, a te, e ti prego di non soffrire più (ho letto sul tuo blog la tua sofferenza di quest'ultimo periodo; ti prego di stare bene, perchè noi, noi vivi, abbiamo il dovere di stare bene; magari possiamo essere tristi, ma dobbiamo stare bene. Che differenza c'è? La tristezza è dolce, magari, costruttiva, insegna qualcosa. Stare male distrugge soltanto)ed a me - questi pensieri tristi sono solo una faccia della vita. Oggi vediamo questa faccia, come avviene per la luna, che stasera è solo uno spicchio affilato come una lama, ma fra qualche tempo vedremo sorgere anche l'altra, fino a che sarà piena di sè nell'alto del cielo.

Un abbraccio

Paola Tassinari ha detto...

Caro Pietro, lo so , ho letto quello che hai scritto su Eluana, non ho commentato perchè non sono in grado, bisogna viverle certe esperienze per permetterti di dire qualcosa, io taccio perchè non so.Tu scrivi molto bene,mi piace molto come scrivi devi essere una persona meravigliosa, non puoi essere "finto" Quello che mi è accaduto sul blog è strano ( ora sono in cura ) quella specie di confessione è stata un trauma, non lo avevo detto a nessuno, e me l'ero presa con te, perchè sono state le tue parole( insieme a tutti i fatti accaduti in quella strana settimana) che mi hanno fatto scoprire. E' stato doloroso, ma poi è te che devo ringraziare, anche se ho cestinato tutto, certe parole non le dimentico e sento che tu mi hai capito al di là di quello straccetto d' orgoglio che ho voluto mantenere.Ora scoperta, mi sento meglio e ti ringrazio, perchè ora quelle cose terribili sono inezie, devo accettare le persone come sono, non sono cattive, sono così, ti vogliono bene anche se non ti capiscono.Me l' ero presa a morte con te, non so perchè avevo dato la colpa a te, ma ora ti ringrazio e sono contenta se tu mi consideri un' amica sincera.Ma tu l' ala della morte tienila lontano, e per l' ultimo dell' anno vai a ballare e salta come un capretto, che ti importa se non sai ballare, l' importante èèèèèèèèèèèèè lasciarsi andare,eeeeeeeeeeeeeeeeeeee metti sù quella musica energetica che a fine anno ed inizio anno si folleggia . Fai finta di avere il bicchiere ( mettiamoci champagne) io ho l' altro cin/cin AUGURI e bacio sotto al vischio. Ciao Paola.
PS nelle sale d' ospedale c'è tanta vita, amore e fratellanza e comunità e andarci ogni tanto ti fa apprezzare maggiormente la fortuna che si ha a starne fuori e magari si farebbero meno guerre.

pierperrone ha detto...

Qualche volta mi spiegherai meglio quello che ancora fatichi a raccontare.
Non adesso.
Qualche altra volta.
Adesso, ti saluto. E ti auguro buon anno.
Per qualche giorno sarò di nuovo senza computer e quindi non sarò sul blog (nè il tuo, nè la repubblicaindipedente). Spero, dopo, di essere più sereno e di tornare ad essere in piena forma.

Buon anno ancora, Cara Paola.

Paola Tassinari ha detto...

Mi mancherai . Ciao spero siano vacanze riciao.