27 gennaio 2009

MEMORIA. HELGA SCHNEIDER


Ho ascoltato la storia di Helga Schneider dal racconto che ne ha fatto lei stessa, una sera, in Tv.

Intervistata in modo molto gentile ed intelligente da Fabio Fazio, la signora Helga parlò della sua vita, del suo dolore, dei suoi giorni tristi.
Ma, più procedeva nel suo racconto, più, dalle sue parole, sgorgava una forza speciale.
La sua era la storia di una vita vissuta durante la guerra, lin Germania, a Berlino. Durante la terribile seconda guerra mondiale, ma soprattutto dopo.

Ciò che mi ha colpito di più è stato il dopo.
Il mondo sgombrava le macerie, ricostruiva le città distrutte, si avviava al benessere ed al boom.
La perdita della madre e del padre, l'infanzia e la giovinezza di una coppia di fratellini, vite vissute soffrendo in silenzio, il rifiuto della matrigna. Tutto ciò può ancora essere un fatto comune, vissuto, subìto da tanti altri; dolorose circostanze condivise da migliaia altri bambini, resi orfani della guerra. Dalla follia dell'uomo.

Ma la storia speciale, se posso usare questa parola, è cominciata più tardi, verso gli anni '70 (mi sono aiutato con le note biografiche presenti sul sito di Helga).
Al posto della gioia per il ritrovamento inaspettato di almeno una parte degli affetti, quando ormai doveva essere rassegnata ad ever perduto tutto, ha dovuto confrontarsi con il fantasma della guerra, del nazismo, dei campi di concentramento in modo del tutto singolare. E doloroso. Come per nessun altro, credo.
Il confronto con la Storia, quella con la maiuscola, Helga l'ha avuto tramite la madre e la scelta di quella donna, ancora giovanissima al tempo del Reich, di essere coerente con la fede nazista fino in fondo...
Il confronto con la Storia diventa un confronto impossibile con la madre.
Ritrovata e perduta nuovamente nello stesso momento...

Io non so e non voglio raccontare quello che successe ad Helga.
Lei lo ha descritto benissimo in alcuni libri e, a voce, ce lo ha ricordato attraverso la TV.

Ecco il link all'intervista:

http://www.chetempochefa.rai.it/TE_videoteca/0,10916,,00.html?nome=helga+schneider&anno=&mese=&x=37&y=10&tipo=vt

Oggi ho inviato una mail alla signora Schneider, per manifestarle per così dire la mia simpatia ed il fatto di sentirla vicina, in un modo particolare.
E lei mi ha risposto.
Spero di avere il piacere di averla come concittadina della repubblicaindipendente.
Ne sarei orgoglioso.
Naturalmente la ringrazio già per la gentilezza che ha avuto nel darmi una risposta.

Trovo quanto è successo oggi sia stato un modo vero per dedicare questa giornata alla Memoria.

http://www.helgaschneider.com/homepage.htm

4 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Caro Piero , mi sono ricreduta, tu non hai detto , HAI FATTO.E questo è molto di più. Con affetto.
PS Quando qualcosa mi colpisce in modo particolare sono di poche parole.

pierperrone ha detto...

Grazie, Paola.

Ogni tanto ci provo, a fare qualcosa. Alle volte funziona, alle volte no.

Stasera, per esempio, ho fatto l'elettricista, ho aggiustato la lampada che illumina la postazione del computer...

Beh, stasera la lampada funziona.

E' qualcosa, no?

Ciao ciao (stasera proprio sono acerebrato...)

jean.botquin ha detto...

Pietro, j'ai envie de te faire un petit cadeau. Peux-tu me donner ton adresse postale à Rome par Email sur botquin.jean@tvcablenet.be
Un grand merci

Paola Tassinari ha detto...

Cosa vuol dire ogni tanto fai qualcosa, di là mi hai detto che lavori dalle nove alle diciotto, poi avrai tutte le altre incombenze , poi mandi avanti il blog con scritti esaustivi ed interessanti,poi ti vengono idee ( come il contatto con Helga) nuove e futuriste, poi fai da sostegno a me ( se mi si rompe il computer dove ti trovo?), poi avrai i tuoi interessi cosa vuoi fare di più?Poi tu non sei mai acerebrato , semmai sei troppo cerebrale. Poi sono gelosa se Jean ti invia un cadeau te ne voglio inviare uno anche io, magari un mio disegno. Ciao.