14 marzo 2009

NOTTURNO CONTEMPORANEO

ChagallIl carnevale notturno, 1963
Caracas, Museo de Arte Contemporaneo Sofia Imber Parque Centra


La follia si è impadronita di tutto.

Come la notte 
è evasa dalle nostre finestre,
la follia cieca
marcia nei nostri pensieri.
Conquista le nostre menti,
domina i nostri movimenti,
devasta i nostri cuori.

Come la notte
si avvinghia i raggi di sole,
la follia cieca
ci strappa al nostro destino.
Spegne i nostri occhi,
ammutolisce le nostre voci,
strozza il nostro respiro.

Come la notte
nasconde il nostro volto,
la follia cieca
confonde i nostri passi.
Come la notte 
eccita i nostri sensi,
la follia cieca
brucia le nostre anime.
Come la notte 
consuma la nostra vita,
la follia cieca
spegne i nostri giorni.

Sogno
notturno
acceso
di luci 
e colori.

Follia
notturna
arsa
di sangue
e miseria.

Come la follia
accende i nostri desideri,
la notte cieca
è complice dei nostri misfatti.
Insanguina i nostri coltelli,
affila i nostri canini, 
trafigge le nostre gole.

Nera come gli abissi,
cieca è la notte,
buia la nostra follia.
Arde alta la nostra brama
di morte assoluta,
sulla pira del nulla.

4 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Nera come gli abissi,
cieca è la notte,
buia la nostra follia.
Arde alta la nostra brama
di morte assoluta,
sulla pira del nulla.


Come mi piace questo ultimo verso , come si adatta al mondo di oggi, queto nulla che ci attrae e si divora tutti i valori. Pensare che la notte potrebbe anche essere dolce se accompagnata da amore, affetto ,amicizia.Caro Piero, io quando sono giù , vado ancora più a fondo , per capire se c'è una fiaccola. In questi momenti leggo il gossip, per farmi del male, per confrontarmi, per vedere se ho ancora la forza di stupirmi. Ebbene in uno di questi giorali ho letto una lettera del 1951 in cui l' interlocutrice si preoccupava delle chiacchere del paese perchè la figlia andava al cinema con un ragazzo anche se sempre accompagnata dalla madre.Lì accanto era pubblicata una lettera odierna in cui un 25enne si diceva molto soddisfatto dell' incontro avuto con un trans , mentre la moglie era fuori città e si domandava come riuscire a convincere la moglie ad incontri sessuali a 3 perchè lui voleva altri incontri col trans senza rinunciare alla moglie. Io riesco ancora a scandalizzarmi e voglio pensare che tutte quelle persone che leggono il gossip , siano come me , che lo leggono per dire .....meglio la mia vita mediocre che avere di questi problemi. Ciao.

pierperrone ha detto...

Paola, forse solo questa parte. Ma non mi piace questa specie di poesia.
E' vero che la notte sta oscurando la nostra civiltà. E' vero che la follia sta accecando gli uomini.
E' vero che questo sta avvenendo in Italia senza che ci siano segni di allarme, anzi, tutti sembrano contenti, illusi e contenti. Ma vedo la gente per strada sempre più incazzata, non sorridono più. Non sono più gentili. O almeno vedo le cose peggiorare. Poi aggiungo le notizie dai Tg e dai giornali. E poi i politici e la loro tronfia banalità...
E' vero che i politici ed i tg non sono la realtà. Al massimo sono il tentativo di manipolarla. Spesso sono solo vuota banalità.
E' vero che il valore della vita umana sta scendendo di prezzo, del resto come se seguisse le quotazioni della borsa depressa.
E' vero tutto questo.
Ma questo non è poesia.

Mentre scrivevo ripensavo ad una poesia di Dylan Thomas "E la morte non avrà più dominio". La sua poesia si ribella contro quello di più certo che attende l'uomo. La sua poesia è vera ribellione.
Mentre scriveva, nei primi anni trenta del 900 c'era la stessa aria di oggi. Il Futurismo, la depressione economica, il riarmo. Dappertutto venti di morte. Hitler, Mussolini, Lenin ed i morti per fame, milioni di immigrati, i poveri diseredati...
Lui si ribellava a questo acre odore di morte.

Io con le mie parole volevo solo dire che intorno a noi sento lo stesso acre odore di morte. Allora si:

Nera come gli abissi,
cieca è la notte,
buia la nostra follia.
Arde alta la nostra brama
di morte assoluta,
sulla pira del nulla.

Solo così puoi comprendere quello che avevo voglia di dire.

Annarita ha detto...

Ho letto e ho compreso. Non ho parole da scrivere perché sono stanca e come svuotata, ma ho compreso qul che hai voluto significare.

Ciao, Pietro.

ps: leggo quasi tutti i tuoi post anche se non commento perché commentarti non è facile e richiede tempo, quel tempo che spesso mi manca.

utilizerapagain ha detto...

Versi che esprimono la grande follia di questo mondo. Vi si legge l' angoscia, una palpebra di nera angoscia, che come caligine e fuliggine nell' occhio, ha avvinto l' umanita', la civilizzazione, trasformandole in follia.
Senza ritorno?
No!
La speranza di un futuro diverso e' nel commento di Pietro.
Esiste la possibilita' di scuotersi di recuperare, di ritornare a galla dopo essersi messi nei pasticci.
Vale