9 novembre 2009

GRIDO VERSO ROMA - Garcia Lorca - filmato

Eccolo, alla fine, il grido di Lorca.
Ho provato a dargli una cornice di immagini.
Tempo speso: molto.
Risultato: ?

Con questo chiudo il tema di questi meravigliosi versi del poeta. Mi sono rimasti nell'anima, oltre che nel cuore.
La suggestione delle parole, della voce di Massimo Popolizio è stata grande.
La poesia, si sa, è fatta per essere letta ad alta voce. Per essere ascoltata.
Tutti i grandi poeti hanno voluto dare con la voce la giusta intonazione ai sentimenti colati nei versi che gli uscivano dal cuore.
Oggi, nel mondo reso vero solo dalle immagini delle tivvù, che relegano nell'opinione, nella favola, quello che non è colto dalle immagini elettroniche trasmesse via etere, o cavo, se volete, amici, il suono della voce che alza verso il cielo fa ancora più impressione.
Il suono dei versi di Lorca, così possenti e dolorosi, si alza come un immenso grido verso il cielo.
Si alza come le guglie di una cattedrale.
Si alza e riempie le volte acute col suo eco grave.
Sovrasta le statue, le nuvole, gli angeli e giunge diritto nelle orecchie di ...
Non ho il coraggio di scriverlo.

So che i versi del "Grido" sono duri, cattivi, dolenti, arrabbiati.
So che quei versi cantano la rabbia dei diseredati più che la mansuetudine dei beati.
So che le gerarchie dovrebbero sentirsi rabbrividire sentendo quell'urlo salire al cielo così profondo e commosso.
Ma so che il vero è vero, comunque, sempre, ad ogni costo.
So che quei versi non gridano il falso.
Quei versi non alzano le lodi alle Santità voltate dall'altra parte.
Non cantano la gloria delle volte dei templi chiusi per chi soffre o è dimenticato nel dolore.

So che quel "grido" riempie le cupole, rimbomba sotto gli absidi, si stende lungo le navate, si avvinghia alle colonne... e rabbrividisce quando viene lambito dagli stucchi e dagli ori.
So che quel "grido" si propaga sopra la terra, scavalca ogni frontiera e raduna tutti i deboli, i poveri, gli affamati, gli assetati, i sans papier, i clandestini, i raminghi, gli esuli. Quelli che cercano un lavoro, che rovistano tra le immondizie, che dormono per strada, che vivono di elemosina. E quelli a cui vengono rubate tutte le speranze, che nascono senza un presente, che devono vivere senza un futuro.

Lo so, lo so, tutto questo.
Lo so.
Lo so.
E so che, quando ho sentito quella voce imprecante alzarsi e lanciare alte le più terribili maledizioni, quando sono stato scosso dall'urlo di quella verità, in quel momento ho visto le fondamenta dei templi scosse dal vento della poesia.
Si, senza commettere la colpa della violenza e senza compiere il peccato della prepotenza, l'uragano dei sentimenti del poeta ha alzato, viva, la più alta preghiera al Dio di tutti gli uomini.

3 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Un lavoro notevole.
Dal mio piccolo mondo........impaurita.....chiedo solo vigliaccamente...lascia che passi questo calice amaro.
Cosa avrei combinato io....se avessi avuto potere.....

Paola Tassinari ha detto...

Cia Piero, ho visto che hai un nuovo post,ti rispondo qui.
Della caduta del Muro di Berlino quando ne parlano in TV cambio canale, la pagina del giornale che ne parla non la leggo.....sono nauseata da quello che dicono, si sono mangiati un' altra speranza. Pensa che il nostro sindaco, che poco tempo fa ha intitolato una strada ad un partigiano che ha sempre creduto nel comunismo, ha deciso di dedicare una piazza alla caduta del muro di Berlino....credendo di essere evoluto.....che tristezza.
Tu hai fatto un post esaustivo e corrosivo, una fiammella per dire....siamo qua con gli occhi aperti, non credete di darcela a bere.
Ciao.
PS ho cambiato la veste del mio blog, quando mi vieni a trovare,sempre se hai tempo, dimmi cosa ne pensi.

pierperrone ha detto...

Si, Paola. Grazie. Sono contento di non essere stato banale.
Tanta retorica sul muro, in questi giorni mi ha sapeva di melassa reazionaria. Oggi ci si riconosce tra quelli "giusti" se ci si dichiara anticomunisti. E così, nel nome dell'anticomunismo si brandiscono crocifissi come clave, si costruiscono nuovi muri di segregazione, si uccide tra le mura delle prigioni, di appicca il fuoco al pacchetto di miseria umana che un poveretto barbone trascina sulla terra, si bastonano i gay, si violentano le donne, si pagano le puttane, ci si assolve dai processi, si... sputtana l'Italia.
Tutto si può fare, basta essere anticominsti.
Io non ci sto a questa ipocrita appropriazione indebita dell'Italia.

Ma sono contro. Contro ogni menzogna.
E sono a favore. A favore dell'uomo. Chi lo cerca lo trova, anche sotto gli stracci.