5 novembre 2009

FAVOLE MODERNE


IL DESTINO...


Piccola favola
"Ahi!" disse il topo, "il mondo diventa ogni giorno più angusto. Prima era così ampio che avevo paura, continuavo a correre ed ero felice di vedere finalmente a sinistra e a destra in lontananza delle pareti, ma queste lunghe pareti si corrono incontro l'un l'altra così rapidamente che io sono già nell'ultima stanza, e lì, nell'angolo, c'è la trappola nella quale cadrò". - "Devi solo cambiare la direzione della corsa", disse il gatto e lo mangiò. F. Kafka


LA SPERANZA...
[nz376.jpg]

Il mio desiderio più grande è vedere un topo che mangia vivo un gatto. Prima, però, dovrebbe anche giocarci abbastanza a lungo. Elias Canetti


................................. l'amorale ............................


8 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Con questo vuoi dire che sei ateo.....io non voglio più esserlo.
Non voglio che il destino sia quello che dice Kafka........se nulla ha un senso allora mister B è nel Giusto, nel Vero, nel Bello.
AU REVOIR.

pierperrone ha detto...

Non sono d'accordo neanche un pò, cara Paola.
Non è n fantasma che ci difende dalla vita di tutti i giorni.
Non è un sogno, nè un desiderio, nè una fuga nell'irrealtà. Nessuna di queste cose ci difende dalla vita di tutti i giorni.
Kafka non era un ateo, anzi, al contrario era sionista, voleva andarsene in Palestina a fondare uno stato ebraico.

Ma non c'entra tutto questo con il post.
Sei un pò agitata, Paola mia.
Il post mette a confronto 3 modi diversi di leggere la realtà.
tre modi tutti e tre veri.
Il gatto che, inesorabilmente mangia il topo condannato dalla vita quotidiana, descritto da kafka.
Il desiderio che il gatto sia mangiato da un topo molto felino. Desiderio così reale che sono fin troppi i casi che vedono come aguzzini i più deboli della società (come altrimenti dovrei considerare le violenze degli immigrati, dei poveri, dei deboli? Come forme di lombrosiana predisposizione alla violenza? No. A questa visione razzista mi rifiuto). E questo era CXanetti.
E poi, infine, il cinic-cartoon. L'uomo che, fregandosene di tutto, si mangia il gatto che si era mangiato il topo... proprio come diceva la canzone di Branduardi...

Ho letto anche il tuo commento preoccupato e agitatissimo sulla realtà di questo tempo che sembra inspiegabile.
Io penso che non è giusto dare le cole di quello che succede a coloro che descrivono un tempo così difficile. Sarebbe come dare la colpa del male al medico che lo diagnostica, o al termometro che lo misura.
No.
Il problema è senz'altro difficile e complesso. Ed anche doloroso.
Ma la realtà è la realtà. Nessuno può cambiarla.
Cosa accade oggi?
Che tutto si compra e si vende. Anche la fede in Dio, le Messe, le chiese, i papi, eccetera.
Ma non è sempre stato così?
Da Roma ti testimonio che è sempre stato così, a cominciare da S. Pietro che rinnegò il Cristo e la sua Fede per ben tre volte. E dal povero Giuda, predestinato alla condanna eterna ed ingiusta di essere un traditore senza avere la libertà di scelta.
Cosa sarebbe oggi il mondo se un Giuda con la coscienza a posto avesse deciso di non vendere il Cristo ai centurioni?

In questa epoca di mercato tutto si vende, la coscienza, il peccato, il perdono, l'indulgenza, l'assoluzione. L'assoluzione per il Paradiso e quella per la cella del carcere.
Ma non è stato sempre così? Se no, come ti spieghi i Giubilei"? Sono una indulgenza plenaria, altro non sono, che porta quattrini alle casse dissanguate vaticane.

Allora, mi chiedi, in cosa credere?
Certo non nel misticismo irrazionale che sembra dare tanto sollievo. Sarebbe come credere ai fantasmi. Finchè si gioca va bene, ma la vita è troppo seria per sprecarla coi fantasmi.
E poi, cara mia, la differenza fra il vero, il giusto, ed il loro contrario è ben chiara: ce l'hai dentro la tua coscienza. Non devi cercarla altrove.
Sei grande abbastanza, abbastanza matura, abbastanza forte ed abbastanza piena di vita per cercare e trovare quello che hai dentro.
Credimi.
Non farti ingannare. Tu si un'emotiva, hai la sensibilità di un'artista e ti sembra di perdere la strada e l'orientamento, a volte.
Ma, credimi, sei eccezionale.
Ricordatene quando la paura ti prende. Sei la tua miglior guida. Nessuno conosce meglio di te le strade che ti sembrano perdute.
La bussola è dentro di te. Ed è precisa. E nessuno potrà mai rubartela.

Floriana ha detto...

Caro Pietro, tutto a posto?
Mi sembra di sentire mio fratello quando parla di "multinazionale" della fede.... Dovresti sentirci quando discutiamo: io cristiana, lui ateo e mia sorella "sciamana" praticante, esperta di ogni religione vivente. Ogni questione viene sviscerata da ogni punto di vista, ma non si riesce mai a venirne a capo. Le nostre riunioni sembrano un po' quelle associazioni che leggiamo nel blog di Giuliano Falco di "Nessuno escluso". Un giorno ti racconterò il mio cammino spirituale, non cercato e soprattutto non voluto. Ma sono d'accordo con te solo su una cosa, il problema e assai difficile e complesso, ma degno di essere approfondito. Non mi piace quando si paragona la fede agli errori e orrori della chiesa. Questa è una realtà con cui noi italiani, prima degli altri, dobbiamo fare i conti. Ce l'abbiamo nei cromosomi della nostra storia, (vedi la questione del crocifisso a scuola)e come tutti i cordoni ombelicali, sarà duro riciderlo. Mi è piaciuto molto l'articolo di Giuliano "più vangelo meno crocifisso". Comunque, ti aspetto per un confronto.

pierperrone ha detto...

Sono felicissimo del confronto.
E sono d'accordissimo sulla differenza fra la chiesa del potere e quella dei fedeli.
Quello che voglio dire in queste paginette, fino a quando non metterò sul blog, se ci riesco, la voce di Popolizio che rievoca il Lorca del Grido di Roma, è è che il potere sta mortificando la fede.
E anche se non ne ho parlato direttamente, ad anche se lo hai toccato tu, nelle tue parole, trovo la questione del crocifisso nelle aule, anzi la reazione alla sentenza a parte della politica italiana, davvero sorprendente per la sua ipocrisia. Vedevo il prode premier brandire il crocifisso come un oggetto purificatore della sua coscienza. E della nostra.
Povero paladino mancato.

Sai cosa mi fa venire in mente tutto questo? La canzone di Murolo e De Andrè "Don Raffaè".
Quella ironica amarezza descriveva perfettamente l'Itlia gli italiani ed loro sentimenti politici e civili. Sbeffeggiandoli come può fare la leggera ed amara ironia delle canzoni di De Andrè.

Ecco, in questi giorni, un pò affaticati ed un pò sofferti, me la prendo con l'istituzione temporale della chiesa. Perchè non è tutta con don Farinella. Molto più spesso è fatta di cardinali attaccati molto più al potere che alla pulizia delle loro anime.
E quella poesia, il suono di quelle parole, la forza della voce... te la farò sentire, la voce di Lorca che si alza dentro quella di Popolizio.
Poesia, poesia, forte, urlata, che riesce a dire anche quando fa male.

Ma tutto questo, amica mai, solo un sentimento dell'anima.
Il sentimento del tradimento che si sente ogni tanto, quando la Verità viene tradita dai simboli che vorrebbero prtarla in alto. Quando gli scudi che dovrebbero difenderla, invece, la offendono.

Sono grato, invece, a quelli come te, a quelli che vivono la fede come un fatto sincero, vero, puro.
Sono felice che ci siano ancora persone con il cuore e la coscienza a posto.
Perchè ne sento il bisogno, perchè la loro compagnia sembra diventare ogni giorno meno folta.
Una volta mi pareva un esercito la massa di quelli che avevano la coscienza ed il coraggio di portarla appuntata ben evidente sul bavero della giacca o sulla camicetta, erano in tanti e marciavano, erano felici di essere in tanti e si sentivano in tanti. E si davano forza, così, in tanti.
Oggi siamo, invece, soli, sempre di meno, sempre più pochi, traditi da chi ruba i simboli del sacro e ne fa un uso sacrilego, da chi è un mercante ed occupa i posti in prima fila nei templi, da chi vende le indulgenze e la salvezza eterna al prezzo del misero potere cche dura solo qualche giorno.
Di loro rimarrà cenere, come di me, Floriana cara. Solo cenere.
Ma io spero che la ia serva a concimare almeno un albero, una foglia. Un fiore sarebbe troppo presuntuoso.
Loro aspirano ad una cassa d'oro in una cappella arricchita di stucchi e dorature.
Di loro non rimarrà nulla, nemmeno una foglia. Tanto meno un fiore.
Un bacio, Flo.

Paola Tassinari ha detto...

Grazie Piero e scusami, a volte l' irrazionalità mi prende e tutto sembra .......atrocemente ridicolo......come appunto i tre cartoon che hai postato.......atrocemente ridicoli noi ed il nostro premier in primis.
(nota l' ironia lieve....oggi sono un po' più razionale)
Buona giornata e di nuovo scusami " il furor nero"
PS Approffitto per salutare con allegria Floriana.

pierperrone ha detto...

Flo, nel commento di ieri ci sono molti errori di battitura.
Lo ricopio correggendolo?
Ma, si.
Ci tengo davvero alla tua amicizia e vorrei essere il più esatto possibile nel presentarmi. In questi giorni sono stato un pò affaticato, il lavoro ha avuto un picco notevole... ma adesso mi riprenderò. Subito.

Sono felicissimo di confrontarmi su un tema come questo.
In realtà io sono d'accordissimo sulla differenza fra la chiesa del potere e quella dei fedeli.
E' di quello che voglio dire in queste paginette, fino a quando non metterò sul blog, se ci riesco, la voce di Popolizio che rievoca il Lorca del Grido di Roma.
Quello che voglio dire è che il potere sta mortificando la fede.
In questo senso, anche se non ne ho parlato direttamente (ma lo hai toccato tu tra parentesi), trovo la questione del crocifisso nelle aule, anzi la reazione alla sentenza da parte della politica italiana, davvero sorprendente per la sua ipocrisia. Eppure siamo preparati, abituati, a reazioni ipocrite, a denunce di complotti, a distinguo et similia.
Ho visto in tv il prode premier brandire, mentre era per strada, come un novello Savonarola, un crocifisso di legno bello grosso, come fosse un oggetto purificatore della sua coscienza. E della nostra.
Povero paladino mancato.

Sai cosa mi fa venire in mente tutto questo? La canzone di Murolo e De Andrè "Don Raffaè".
Quella ironica amarezza descriveva perfettamente l'Italia e gli italiani ed loro labili sentimenti politici e civili. Sbeffeggiandoli come può fare la leggera ed amara ironia delle canzoni di De Andrè.

Ecco, in questi giorni, un pò affaticati ed un pò sofferti, me la prendo con l'istituzione temporale della chiesa. Perchè non è tutta come don Farinella. Molto più spesso è fatta di cardinali attaccati molto più al potere che alla pulizia delle loro anime.

Mentre ho ancora nelle orecchie quella poesia, il suono di quelle parole, la forza della voce... te la farò sentire, la voce di Lorca che si nasconde dentro quella di Popolizio.
Poesia, poesia, forte, urlata, che riesce a dire anche quando fa male.

Ma tutto questo, amica mia, è solo un sentimento dell'anima.
Il sentimento del tradimento che si sente ogni tanto, quando la Verità viene tradita dai simboli che invece dichiarano di volerla portare in alto. Quando gli scudi che dovrebbero difenderla, invece, la offendono.

Sono grato, invece, e lo dico davvero sinceramente, a quelli come te, a quelli che vivono la fede come un fatto sincero, vero, puro.
Sono felice che ci siano ancora persone con il cuore e la coscienza a posto.
Perchè ne sento il bisogno, perchè la loro compagnia sembra diventare ogni giorno meno folta.
Una volta mi pareva un esercito la massa di quelli che avevano la coscienza ed il coraggio di tenerla appuntata ben in evidenza sul bavero della giacca o sulla camicetta, erano in tanti e marciavano, eravamo in tanti, e si marciava. Eravamo felici di essere in tanti e ci sentivamo in tanti. E ci davamo forza, così, in tanti.

Oggi, invece, siamo soli, sempre di meno, sempre più isolati, traditi da chi ruba i simboli del sacro e ne fa un uso sacrilego, da chi è un mercante ed occupa i posti in prima fila nei templi, da chi vende le indulgenze e la salvezza eterna al prezzo del misero potere che dura solo qualche giorno.
Di loro rimarrà cenere, come di me, Floriana cara. Solo cenere.
Ma io spero che la mia serva a concimare almeno un albero, una foglia. Un fiore sarebbe già un troppo presuntuoso.
Loro aspirano ad una cassa d'oro in una cappella arricchita di stucchi e dorature.
Di loro non rimarrà nulla, nemmeno una foglia. Tanto meno un fiore.
Un bacio, Flo.

Ecco, il testo è più corretto.
Aggiungo solo una cosa in più.
Sul crocifisso, non ho detto cosa ne penso io.

... continua...

pierperrone ha detto...

Io non so se è sbagliata la sentenza che ha fatto così tanto scalpore.
Io sono piuttosto realista e concreto: le croci, intese come simboli di fede, c'erano negli uffici ma sono scomparse, in questi anni. Le chiese erano piene, ed ora sono sempre meno affollate. La fede era un sentimento diffuso, ed ora il suo posto è stato preso dalla fede nel dio denaro.
Se posso dirla con un'immagine biblica, quello italiano sembra il popolo ebraico che adorava il vitello d'oro. Oppure quando tollerava che i mercanti occupassero il tempio.
A differenza di allora, in più, oggi, c'è il ragionare scientifico che crea una frattura con la fede che vuole essere ancora "assoluta".

Io sono un uomo del dubbio. Non ho risolto ancora nè per il si nè per ilno, il tema dell'esistenza di Dio. E ormai mi devo rassegnare. Non lo risolverò più. Non voglio convertirmi in vecchiaia. Lo trovo un pò da vigliacchi. Ma penso che una reliogione dei sentimenti sia necessaria.
La scienza, mi sembra, si occupa delle cose materiali. Anche le cose estreme, le frontiere più "ardue", come la procreazione, la morte, la vita, per la scienza sono una cosa "reale". E' bene che sia così. Perchè le cose reali richiedono sempre un atteggiamento concreto. Mentre le "fedi" si rifugiano nei principi dell'"assolutezza", irrisolvibli, inintermediabili.
Ma così si cade preda di paradossi che se non fossero devvero tragici potrebbero addirittura essere comici.
Penso ai casi Welby, Englaro. Non posso non provare un brivido tremendo al pensiero che, per i custodi del culto, l'anima di quelle povere persone, comunque incolpevoli, non meriti neanche il conforto del rito funebre religioso.
Ho troppo rispetto per il Cristo che ha dato prova fino all'estremo di essere per la "rottura" di schemi tristi come questo. La Croce diventa un simbolo di estrema coerenza, secondo me, ma coerenza nella rottura delle false fedi, dei falsi culti, delle false morali, .... Il Dio è Dio d'amore. E' Dio che ama e comanda di amare. Guai al predicatore che pensa di innalzarsi al di sopra del suo Dio per giudicare e condannare...

Ma il Crocifisso, in un mondo come quello di oggi è solo uno dei tanti simboli religiosi. Ce ne sono altri. E ci sono altri simboli, quelli della ragione, delle Culture più diverse, delle diverse popolazioni che si mischiano. E si deve,ormai, essere consapevoli che il rispetto - il rispetto della persona, dell'individuo, sempre figlio di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza a dispetto del colore della pelle, della lingua parlata o della fede professata, è proprio il primo degli insegnamenti cristiani, almeno per l'occidente - va riconosciuto a tutti, nonostante le differenze che ci separano. E' questa la strada da compiere oggi.La direzione da prendere.
Nessuno nega che i simboli di fede siano conservati nell'ambito privato della vita di ognuno. Ma tutti, credo, dovremmo essere più rispettosi della sensibilità degli altri.

Il realtivismo, mi si potrebbe rispondere, allora?
Non dobbiamo credere a nulla più?
Tanto tutto è vero allo stesso modo?
Sarebbe così solo se cadessimo nella tentazione di semplificare e di cedere alla facile illusione dell'ignoranza.
Io credo all'etica della responsabilità. Ognuno è responsabile di quello che fa. Dinanzi agli altri, ma prima di tutto dinanzi a sè stesso.
E la responsabilità deve essere accompagnata da comportamenti coerenti. Ma deve essere temperata dalla mitezza d'animo e dal buon senso della ragione.

Per evitare mostri. Guerre. Crociate. Jihad. Roghi. Decapitazioni. Ghigliottine. Fucilate alla schiena. Decapitazioni. Sedie elettriche. Aghi avvelenati. Kamikaze. Martiri. Eroi. Santi.

Io penso che i soli eroi che dobbiamo esaltare sono gli uomini "normali". I "poveri di spirito" delle beatitudini. "Gli uomini di buona volontà".

Floriana ha detto...

Grazie Pietro, io sempre più spesso diserto internet, quindi rispondo tardi ai vostri commenti. Per prima cosa volevo dirti che ai miei compagni di università è piaciuto molto il tuo commento alla poesia di Alda Merini, l'hanno anche riscritto su Facebook. Per il nostro confronto dobbiamo aspettare ancora qualche giorno, perchè sto facendo i conti con San Paolo (quello che non ti piace tanto, per la sua spada tagliente), comunque la tua analisi, il tuo modo appassionato di scrivere sono tipici di chi invece ha tanta, ma tanta "fede". Sai l'onestà dell'anima conta molto di più di quelle genuflessioni che io vedo quotidianamente, da parte di chi deve, con i fatti, divulgare la parola di quel Gesù crocifisso, che pesa come un macigno. In realtà quei gesti io li chiamo esercizi ginnici dell'anima, come quel giudice nano che a noi piace tanto: "arbitro in cielo e in terra del bene e del male"
un abbraccio stritoloso