31 gennaio 2009

SKANDALON - LA SCONFITTA DELLA TENEBROSA

 RESURREZIONE DI LAZZARO

 Dunque, era necessario per questo e quello,

perché volevan segni che gridassero.

Ma lui sognava che a Marta e Maria bastasse

Capire che poteva. Ma nessuno credeva,

tutti dicevano: Signore, che vieni a fare ormai?

E si avviò, per compiere sulla natura quieta

Ciò che non è consentito.

In collera. Gli occhi quasi chiusi,

chiese del sepolcro. Soffriva.

Parve loro che il pianto gli colasse,

e lo seguirono in folla curiosa.

Gli pareva tremendo, camminando,

una prova dall’azzardo spaventoso,

ma d’un tratto divampò in lui

un alto fuoco: rivolta

contro le loro differenze,

il loro esser morti e esser vivi.

E fu ostilità in tutte le membra

Quando comandò roco: alzate la pietra!

Una voce gridò che il morto era putrido

(il quarto giorno di sepoltura) – ma lui

S’ergeva teso, invaso da quel cenno

Che montava in lui, e pesante,

pesante gli sollevava la mano – (mai

una mano si levò di più e più lenta)

finchè s’arrestò, rilucendo nell’aria;

e lassù si contrasse, divenne artiglio;

chè l’orrore lo assalì che per la cripta,

da cui l’aria era figgita,

tutti i morti tornassero là

dove qualcosa, con moti di larva,

s’ergeva da quel suo giacere - -

ma poi una cosa sola stette sghemba nel giorno,

e si vide: l’indistinta vaga vita la riprendeva

in sé.


di Rainer Maria Rilke



Letture: Ezechiele 37, 12-14; Romani 8, 8-11; Giovanni 11, 1-45
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Quand'ebbe dunque sentito che era malato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 
Poi, disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». Così parlò e poi soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se s'è addormentato, guarirà». Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 
Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di due miglia e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle per il loro fratello. Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, egli te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risusciterà». Gli rispose Marta: «So che risusciterà nell'ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». 
Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: «Il Maestro è qui e ti chiama». Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». Maria, dunque, quando giunse dov'era Gesù, vistolo si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: «Dove l'avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. 
Dissero allora i Giudei: «Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 
Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 
Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di quel che egli aveva compiuto, credettero in lui.

5 commenti:

Paola Tassinari ha detto...

Quando ero bimba andavo a messa tutte le domeniche con la nonna, il racconto evangelico mio preferito era questo del tuo post e quello in cui la Maddalena o Maria baciava , lavava ed asciugava i piedi a Gesù.Secondo la mia testolina, Gesù era innamorato di Maria/maddalena e suo fratello lo avrebbe resuscitato in un baleno , lui era Gesù, insomma per fartela breve Gesù era il mio supereroe e quindi doveva avere la sua principessa, la Maddalena e alla sua principessa lui avrebbe donato qualsiasi cosa perchè lui poteva fare tutto , ma come facevano a non crederci subito , quanti miracoli doveva fare per essere creduto.Io questo racconto lo lego alla favola, al mito, però so che non potrei mai diventare blasfema con un simbolo religioso di qualsiasi religione appartenga.

pierperrone ha detto...

A quello che dici tu aggiungo solo una cosa.
Rilke ha saputo vedere i sentimenti del Cristo, impegnato in questo miracolo.
Lui, parte viva del Creatore, di Colui che ha stabilito le Regole per il Tutto, si sente costretto a violarle.
Si sente costretto.
A violarle.
Due violenze.
...
Rilke ha la capacità di scandagliare l'insondabile. Di entrare e farci sentire come deve essere l'animo del Cristo....

Non è, anche questo, un miracolo per ciascuno di noi?

Paola Tassinari ha detto...

Perchè dici DUE violenze?

pierperrone ha detto...

La violenza derivante dal sentirsi costretto ad operare il miracolo:
"Dunque, era necessario per questo e quello,
perché volevan segni che gridassero.
Ma lui sognava che a Marta e Maria bastasse
Capire che poteva..."
Era una violenza costringerlo a segni tanto speciali per conquistare la fede di quelli che gli stavano vicino.

Un'altra violenza era la violazione delle leggi della natura:
"...E si avviò, per compiere sulla natura quieta
Ciò che non è consentito.
In collera.
Gli occhi quasi chiusi,
chiese del sepolcro.
Soffriva..."

E poi c'è la rivolta contro la caducità umana, che lui veste della differenza fra la vita e la morte...

E' una poesia meravigliosa.
Rilke ebbe una sensibilità straordinaria...

Paola Tassinari ha detto...

Hai ragione non avevo considerato la seconda violenza, hai ragione e dire che sto leggendo proprio l' elogio alla mitezza e mi era rimasto impresso che........si giustificano solo le deviazioni alla regola, se stai nella regola non hai bisogno di giustificazioni. Grazie e ciao.