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19 luglio 2009

ANNIVERSARIO SENZA TEMPO

Iside che allatta il figlio Horus (Museo del Louvre)


Inno a Iside

Rinvenuto a Nag Hammâdi, Egitto; risalente al III-IV secolo a.C.:

Perché io sono la prima e l'ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.


Iside, dunque. La dea magnifica e scandalosa.

Sorella di Osiride, il dio solare che portò la civiltà agli uomini, insegnò loro a come coltivare la terra e produrre il vinodella fertilità dei campi, dell'agricoltura e fu molto amato dal popolo egizio.

Iside dea femminile e lunare.

Iside, dea legata, attraverso suo Fratello Osiride, fratello e marito, al ciclo lunare ed alla Luna stessa. Plutarco stesso dice nel suo "Iside e Osiride": "La morte di Osiride corrisponde, secondo il mito egiziano, al 17 del mese, quando cioè il plenilunio si compie e risulta perfettamente visibile. [...] Gli anni della vita di Osiride, o [...] quelli del suo regno, furono 28: tale infatti è il numero delle lunazioni e anche quello delle giornate necessarie perché il ciclo lunare si compia. Il tronco che viene tagliato nel rito detto ‘Sepoltura di Osiride’ serve a costruire un’urna funeraria a forma di falce di luna: questo perché la luna, quando si avvicina al sole, prende l’aspetto di una falce fino a diventare invisibile" .


Iside in persona, dunque è nostra buona compagna, questa sera, per salutare il sogno dell'uomo che volle calcare col proprio piede il suolo lunare.

L'uomo, che esattamente quarant'anni fa provò a porgere una lieve carezza al dolce volto lunare della dea femmina, che aveva il potere di ridare la vita agli altri dei.

Osiride stesso fu riportato in vita dai poteri magici della dea, dalle sue lacrime balsamiche e dalle sue carezze amorevoli, Osiride, ucciso e ridotto in pezzi dal malvagio fratello Seth.

Dunque, Iside, ipostasi divina della Divinità della Donna.

Iside prima immagine di Sophia, amata dagli gnostici di Alessandria d'Egitto e di Roma.

Iside, altra immagine di Maria, Madre del Cristo.

Iside che era l'erede della divinità di Ishtar, dea della Luna sotto il cielo di Babilonia. ISHTAR, LA Grande Madre nuda. Nuda, perchè la Verità non ha bisogno di coprirsi di veli. Sul suo capo spicca l'emblema lunare. Nella mano destra Ishtar ha una coppa, simbolo di gioia ed abbondanza perchè contiene il nettare della vita.

Ishtar, che regnava su titti i mesi ed i cili lunari dell'anno.

Ishtar, che nel cielo di Babilonia si levava ogni ventotto giorni, da quando aveva preso il posto, nei culti dei sacerdoti, dei re e dei popoli della Terra dei Due Fiumi, della dea Inanna, figlia del dio celeste An e sorella del dio del Sole Utu.

Così, per questa via, i passi di Armstrong ed Aldrin sulla polvere del Satellite che muove le maree, hanno chiuso il cerchio entro cui si compie il cammino dell'uomo moderno verso le sue origini più remote.

Questa stroria è stata riportata sulla Terra dal modulo lunare. Quando quella fragile struttura meccanica si è ricongiunta alla capsula dell'Apollo 11 con cui i tre astronauti sono ritornati alla Madre Terra nessuno sapeva che si era compiuta una magica missione.

Si era realizzato il sogno eterno dell'uomo.

Il sogno di Etana, di Dedalo ed Icaro, di Luciano, di Leonardo, di Verne.

Dopo pochi altri tentativi, l'uomo non ha ritenuto più utile tornare ad accarezzare la pallida Iside e, attraverso lei, l'ideale Divino della Donna.

Ciò è potuto accadere soltanto perchè non era abbastanza nota la storia che abbiamo potuto vivere stasera.

Non si erano accorti, loro, i primi uomini della Terra accolti nel grambo della Dea, di aver provato la vetta più alta del piacere concesso ad un Uomo.
Conoscere la Sapienza, amare l'Eterno, non sono stati ritenuti piaceri degni di ulteriori immani sacrifici.

Solo il nulla rimane a chi non sa osare.